Dal Savasta, il quale compendiò in questa parte tutti gli autori che lo precedettero, apprendiamo essere stata una famiglia nobilissima, di sangue reale goto cognominata Luna avendo avuto gran parte nel caso di Sciacca.
Discacciati i Goti dalla Spagna, ove detta famiglia trovavasi imparentata colla real Casa di Navarra, un tale Simenes Lupo abbracciata la fede cristiana rimase in quel regno ricco di pensioni.
Indi il figlio Tensrench personaggio d’alto intendimento e valore nell’invasione de’ Mori in quelle contrade fu fatto generalissimo dell’esercito spagnuolo; per lochè ordinato questo a mezza luna disfece il nemico; e dopo una sì luminosa vittoria tolse dal suo scudo il
lupo sostituendovi la mezza-luna riversata.
Fu ella portata in Sicilia da un Artale di Luna, consanguineo di rè Martino 1386.
Or essendosi egli invaghito d’una damigella a nome Margherita Peralta, parente dello stesso rè, promessa ad un Giovanni Perollo, la tolse in moglie.
Quest’ultimo sene vendicò, e l’Artale pochi anni dopo morì di veleno.
Il figlio Antonio Luna conte di Caltabellotta raccolse una vastissima eredità con l’odio de’ Perollo.
Certo si fu che i contendenti dalle private vendette vennero ad aperte e sanguinose contese, dando luogo al primo caso di Sciacca 1450, sotto il regime di rè Alfonso, per lo che furono esiliati e poscia aggraziati.
Indi Antonio fu consigliere e camerlengo del regno, come ci ricorda il Villabianca. Molti altri-personaggi sono degni d’onorata menzione, tra’ quali in ispecial modo rifulsero: un Gianvincenzo conte di Sclafani, straticoto a Messina 1514, presidente e viceré del regno 1516-17; un Sigismondo conte di Caltabellotta che riacceso l’odio de’ Perollo con maggior furore venne assassinato, lochè diede luogo ad una seconda più sanguinosa mischia, detta il famoso caso di Sciacca 1529; un Pietro conte di Caltabellotta e di Sclafani, primo duca di Bivona per concessione di Carlo V imperatore 1554, straticoto di Messina e vicario generale del regno per difenderlo dalle invasioni turchesche 1573; nel di cui figlio Giovanni venne questa nobile, chiarissima e storica famiglia ad estinguersi.
Arma concordamente agli autori: diviso, nel 1° d’argento, con una mezza luna riversata di due file a scacchi d’argento e di nero; nel 2° scaccheggiato del primo e del secondo di quattro file. Corona di duca.
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