Nobile assai distinta famiglia originaria dalla Spagna. Sappiamo di essa, che un Scandurra appartenente ad un ramo che subì confisca da
rè Filippo II, rifuggiossi in Roma nel XVI
secolo; indi reintegrato in Ispagna servì col
grado di capitano nell’armata reale e colle
truppe austro-spagnuole passò m Sicilia, ed
a causa di matrimonio in Siracusa 1669 fermò sua stanza ove i suoi posteri un lungo
patriziato sostennero, trovandosi ascritti alla
nobile compagnia de’ Bianchi, ed a primarie
famiglie congiunti. Sono a ricordarsi: Santi
dotto giureconsulto morto 1741; Vincenzo colonnello dei reali eserciti, comandante gl’Invalidi in Sicilia, barone di S. Elia, il quale sposò una Giuseppa de Fages de’ conti di Rochemur appartenente ad una illustre famiglia francese oriunda del Perigord; Ludovico dottissimo legista; Corrado senatore patrizio rammentato dal Capodieci nella sua opera,
Annali di Siracusa; Girolamo ufficiale superiore di cavalleria, insignito di vari ordini; Paolo intendente della provincia di Messina, commendatore dell’ordine mil. di s. Giorgio della Riunione, insignito di altri ordini, ed onorato di lettere autografe di rè Francesco I, progenitore del vivente Paolo Scandurra
Migliaccio residente in Palermo.
Intanto è da
notarsi che il barone Giuseppe Scandurra ed
Impellizzeri rappresenta oggi la linea primogenita residente in Siracusa.
Arma: partito; nel 1° d’oro con due leoni affrontati impugnanti quello di destra una spada
insanguinata, e quello di sinistra una rotella
anche insanguinata, incrociate ad un’alabarda,
il tutto di nero, sormontati da tré stelle d’azzurro: nel 2° d’oro, con una banda d’azzurro
(per de Fages.) Elmo di nobile antico con
lambrequini volanti d’oro, d’azzurro e di nero.
Si rileva da varie antiche lapidi e monumenti
nella città di Siracusa
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