Da un Imperial privilegio di Federico II 1235, citato dal Villabianca, p. 2″, raccogliamo essere nobile antichissima famiglia «proveniente da un
Raimondo Sanmartino della Guascogna signore di Miger e Tourpes cavaliere di gran valore, e che militando nelle guerre di Terrasanta fu il primo che salito sulle mura della santa città vi piantò lo stendardo, onde in memoria di sì gran fatto l’imperatore suddetto gli concesse il privilegio di potere alzare nel suo blasone l’aquila imperiale, che tiene uno stendardo colle armi gerosolimitane.»
Fu portata giusta Mugnos in Sicilia da un Antonio Sanmartino a’ servigi militari di rè Pietro II, e di lui maggior cameriere. Ne venne
un Giacomo, padre d’Isabella, che sposò un
Ramondetto Sanmartino venuto anche in Sicilia con rè Martino, di lui familiare, e che in compenso di militari servigi ottenne il governo della reginal camera non che molti beni: acquistò il feudo del Pardo investitesi 1406. Da lui secondo Villabianca una serie d’illustri personaggi, come a dire: un Nicolo
secondo barone del Pardo, il quale unitamente all’antico cognome di Sanmartino fé
precedere quello di Ramondetto di lui padre; un Giovanni vicario generale nel val di
Noto; altro Raimondo 6° barone del Pardo e
di Santacaterina, egregio letterato, reggente
del Supremo Consiglio d’Italia, morto 1583;
da cui un Vincenzo padre di Raimondo primo principe del Pardo 1684, la di cui linea
continuò sino al vivente principe Francesco
Sanmartino e Spucches; e di Giovanni duca
di Sanmartino 1682 reggente del Consiglio
d’Italia in Ispagna, presidente luogotenente
di mastro giustiziere del Regno, il quale
ebbe due figli, Vincenzo e Raimondo. Il primo cavaliere di San Giacomo della Spada
duca di Sanmartino investito 1691, governatore del Monte di Pietà 1692, duca della
Fabbrica 1694; linea estinta con Isabella. Il
secondo cioè Raimondo, ceppo dei Duchi
di Montalbo, nel cui ramo notiamo: Giovan
Maria Barone di Campobello di provenienza Trigona e primo duca di Montalbo 1710, personaggio insigne per le occupate cariche di maestro razionale del r. Patrimonio, maestro portulano del Regno, tesoriere ed amministratore generale della S. Crociata in
tutta la Sicilia e sue Isole 1746, intendente
generale degli eserciti, pretore di Palermo
1741-55, gentiluomo di camera, e cav.
gerosolimitano, morto 1756; Antonio inv.
1757, colonnello ne’ reali eserciti, pretore
di Palermo 1766, gentiluomo di camera e
cav. gerosolimitano, maestro razionale del
Trib. del r. Patrimonio, morto 1783; Stefano
fratello del precedente inv. 1785, colonnello come sopra gent. di camera, cav. gerosolimitano, governatore della compagnia de’
Bianchi, e maresciallo di campo, morto 1796;
Giovanni inv. 1797, gentiluomo di camera,
cav. del S. Gennaro e dell’ordine Gerosolimitano, capitano giustiziere, colonnello de’
cacciatori Licata, morto 1837; Stefano adorno
degli aviti titoli, gentiluomo di camera, cavaliere degli ordini Gerosolimitano, della
Corona di ferro d’Austria di 2″ classe, commendatore di Francesco I, direttore col grado di ministro segretario di Stato dei dipartimenti degli affari Esteri, Interni, Finanze e Polizia, presidente della camera dei Pari nel 1848, direttore generale del Gran Libro, governatore della compagnia de’ Bianchi,
tesoriere ed amministratore della SS. Crociata in tutta la Sicilia, ed Isole adiacenti,
morto 1856; Giuseppe fratello del precedente, maggiordomo di settimana, tenente colonnello, ed intendente di Siracusa; Raimondo fratello del precedente maggiordomo di settimana, decorato, del titolo di conte trasmissibile a suoi discendenti per decreto degli 11 maggio 1857, consigliere della commissione de’ titoli di nobiltà in Napoli, e cav.
gran croce dell’ordine Costantiniano, padre
del conte Stefano denominato duca Sanmartino maggiordomo di settimana, già inviato
straordinario e ministro plenipotenziario
presso la Corte di Spagna, cav. gran croce
degli ordini Costantiniano e Francesco I di
Napoli, d’Isabella la Cattolica di Spagna,
commendatore con placca del Carlo III di
Spagna ed uffiziale dell’ordine imperiale
della Rosa del Brasile. Del defunto ultimo
duca di Montalbo Stefano Sanmartino e
Notarbartolo, rimangono le due figlie
Marianna, attuale duchessa di Montalbo vedova Mule, e Maria Felice Sanmartino, in
Chianello di Maria Zappino.
Leva per arme: d’oro, con una banda di rosso, accompagnata da due rose del medesimo gambute e fogliate di verde. Corona di principe. Sopporto l’aquila imperiale di nero al volo abbassato coronata nelle due teste, afferrante col destro artiglio lo stendardo
gerosolimitano.
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