Antica nobile famiglia spagnola, che come dice il Villabianca pregiasi riconoscere la stessa origine di quella del gran maestro di Malta Raimondo Despuig
di Majorca.
Fiorirono di essa in Sicilia: il gesuita p. Spucches, insigne predicatore 1649;
un Vespasiano barone di Calamonaci, deputato del regno 1588, da Mongitore commendato;
un Biagio chiarissimo presidente del real Patrimonio e duca di s. Stefano di Briga per la
moglie M. Agata Amato; un Antonio commendatore e cavaliere gerosolimitano; un Giambattista duca di s. Stefano 1753, barone di
Kaggi, signore del castello di Schisò; altro
Antonio duca di Caccamo, gentiluomo di Camera, gran croce dell’Ordine Costantiniano,
commendatore de’ ss. Maurizio e Lazzaro, cavaliere gerosolimitano, presidente della deputazione di salute pubblica, e governatore della
nobile Compagnia della Pace 1848-52; in fine
un Giuseppe de Spucches e Ruffo principe di
Galati, gentiluomo di camera, pretore di Palermo 1856-60; cav. gerosolimitano, commendatore dell’Ordine de’ ss. Maurizio e
Lazzaro, governatore della Compagnia della
Pace 1847-1869, distinto letterato, poeta e
sommo grecista.
Arma: d’azzurro col monte di tré cime d’oro, sormontato da un giglio del medesimo. Lo scudo accollato delle croci di Malta e di Montesa, cimate da un vescovo vestito di bianco e mitrato tenente colla sinistra lo stendardo dell’ordine di Montesa. Tenenti: due guerrieri
portanti le bandiere dei due ordini. Corona e
mantello di principe.
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