Famiglia sveva, dice Mugnos, venuta in Sicilia con l’imperatrice Costanza, moglie di Enrico VI; perocché ella seco condusse il cavaliere Federico Apilia, capitan della Guardia Imperiale affidandogli la sopraintendenza del governo del regno.
Si casò in Palermo, ed i suoi figli divennero ricchi e potenti; se non che un Giovanni fattosi ribelle perdette tutti i castelli, feudi e ville, conseguendoli poscia nel 1396 un di lui fratello a nome Raimondo, per motivo de’ suoi grandi servizi, pe’ quali anche la terra di Prizzi 1397 ottenne, non che tutti i beni di Francesco Valguarnera confiscati, la gabella de’ Mortilli e Fumo di tal città con la terra di S. Filippo d’Agirò.
Il di lui figlio Giovanni possedette il feudo e castello di Cefalà nel 1399.
Infine un Raimondo Apilia o d’Aptilia fu pretore della città di Palermo, come riferisce Baronio.
Armasi secondo Mugnos: campo azzurro con un leone d’oro circondato di api d’oro.
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