Si vuole, dice il Savasta, che questa nobile ed antichissima famiglia fosse oriunda di Francia, in Italia pervenuta con Carlo Magno e che da lei derivati fosse ro i Rossi conti di Cajazzo, quei di Romagna, i Rivustino, que’ di Motta ed altri, di cui parla il Carreri, il Crescenzi, il Sansovino, il Flaminio Rossi stesso ec. Il Savasta intanto la crede passata in Sicilia con Carlo d’Angiò, tuttochè di fazione ghibellina, e nel caso di Sciacca si tenne neutrale. Ella col nome di Rossi si diramò in varie città come Messina, Nicosia, Palermo, Mazzara, Sciacca. In Messina giunse a sommi onori, di che abusando fu costretta ad esilare, riparando in
Genova. Ivi pervenne alla dignità del ducato, ottenendo la città di Capriata la quale per cognome poi le rimase. Fu celebre nelle lettere un Pier Giovanni Capriata; un ramo di questa famiglia sotto la scorta di Girolamo Capriata nel 1487 fé passaggio in Palermo; indi comechè dovizioso datesi al commercio volle in Sciacca trapiantarsi acquistando il territorio di Favara, per come da un atto notarile del 1529 presso notar Custona.
Un Mario fu maestro giurato 1606; un Agostino di lui figlio fermò sua dimora in Palermo casandosi 1617, senza che venisse meno lo stipite in quella città. Quivi un Vito acquistò la dignità di regio segreto in feudum per tutti i suoi posteri, i quali occuparono le cariche nobili di giurato e capitano giustiziere.
Arma: giusta il Savasta: campo diviso, nel 1° d’oro, con un’aquila bicipite spiegata di nero; nel 2° di rosso, con una banda d^oro caricata da tré lettere R majuscole romane di nero; ch’era appunto Pantico stemma della famiglia Rossi, la quale vi univa un mezzo leone del suo color naturale.
|
|