Famiglia nobile ed antica di Roma e di Napoli, essendo da essa derivato Annibal Caro distinto poeta, traduttore di Virgilio; e fu un Palmerino di Caro, al dir di Mugnos, colui che disgustatesi di rè Carlo d’Angiò seguir volle rè Pietro d’Aragona in Sicilia, dal quale pe’ suoi servigi la castellania di Licata si ebbe. Fiorirono: un Luigi regio cavaliere presso Federico III; un Palmerio gran cavaliere castellano di Sutera padrone del feudo e castello di Montechiaro capitan generale in una spedizione contro i ribelli, per il che da rè Alfonso il privilegio si ebbe di aggiungere alle proprie armi le regie d’Aragona; un Giovanni comandante l’isole di Malta e di Gozzo, non che quella di Lampedusa con potervi edificar terra e tener giurisdizione regia 1436, indi capitan generale a guerra di Licata; infine una Francesca Caro baronessa di Monte chiaro, che si casò con Mario Tomasi cavaliere capuano capitan d’arme di Licata; nel 1585.
Altro ramo fiorì in Trapani a’ tempi di rè Martino occupando i primarì uffici della città, ed un Michele si ebbe la baronia d’Arendaci per ragion di dote 1504.
Arma: campo d’oro, con quattro pali di rosso ed un albero di palma verde soprastante il tutto.
Corona di barone. |
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