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VoceFamiglie Nobili – Cabica -> Cuzzaniti Castelli
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Origine -> Descrizione – famiglia Castelli Visto: 511
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Secondo il cronista aennerbegense Ciriaco Spangerberg la famiglia Castelli discende dal banco di Franconia, ove esistevano i Castelli liberi conti del S. R. Impero e coppieri ereditari dei vescovi Wurzbourg. I genealogisti danno l’origine di questa famiglia ad Adalberto discendente degli antichi conti di Franconia. Primo ceppo fu in Italia un Remigio principe di Temi e di tutta la regione Narvina, figlio di Etanno ultimo duca della Franconia e come tale discendente degli antichi re di Francia; lochè vien confermato da un diploma di rè Alfonso d’Aragona del 7 giugno 1454, esistente negli archivi di Napoli. Dal detto Remigio una discendenza di nove rami, cioè di Lombardia, Genova, Toscana, Trevigi, Bologna, Milano, Roma, Modena e Reggio, Sicilia e Napoli, come da Inveges. Tralasciamo di qui riferire le glorie dei vari rami in Italia non comportandolo la ristrettezza del nostro lavoro, bastandoci citare di volo il Zazzera che annovera ben cento personaggi che si resero illustri per le loro eminenti qualità. Dal Mugnos rileviamo poi che questa famiglia fece tre passaggi in Sicilia. — 1° Sotto il conte Ruggiero per un Corrado Castello, che si rese progenitore in Catania de’ baroni di Biscari, ramo oggi estinto nella famiglia Paterno che ne prese il nome e l’arme; 2° col passaggio che fecero di Pisa molte famiglie pisane, tra le quali la Castelli fatta chiara dai dottori Giandomenico e Giambattista Castelli, che furono giudici della corte straticotiale di Messina; 3° quelli di Palermo, de’ quali fu ceppo Gregorio Castelli da Genova venuto nel 1608. Egli acquistò la contea di Cagliano, i marchesati di Capizzi e della Motta, la baronia di Durilli, e la signoria di Mistretta, Raitano, e s. Stefano coi suoi casali. Lancillotto figlio del precedente acquistò per ragion di dote la contea di s. Carlo; fu egli il primo principe di Castelferrato per diploma di Filippo IV 1659, cavaliere di san Giacomo della Spada, maestro razionale del real Patrimonio, vicario generale del regno 1640; governatore della nobile compagnia de’ Bianchi 1641; ed infine pretore della città di Palermo 1649. Commendansi: Ottavio Castelli cavaliere gerosolimitano, commendatore della Commenda di Girgenti, del Priorato di Messina 1669, e capitano di galera ; Bartolomeo teatino, esaminatore dell’arcivescovado di Toledo, vescovo di Mazzara 1695, e deputato del regno; Lancellotto Ferdinando principe di Castelferrato, cavaliere di san Giacomo, governatore della compagnia dei Bianchi e capitano giustiziere di Palermo 1689 Lancellotto Castelli e Castello marchese della Motta a servigi di Filippo V di Spagna 1707; si distinse nella celebre battaglia di Almanza, ed indi maresciallo delle Guardie del Corpo di rè Vittorio Amedeo IV 1714; Carlo Girolamo Castelli primo principe di Torremuzza per concessione di Carlo VI imperatore 1734; Gioachino vescovo di Cefate 1755; Ignazio Trajano commendatore di Malta, balio, gran croce e gran priore di Barlette 1755; Gregorio Bartolomeo, monaco cassinese, vescovo di Numidia; Gabriele Lancellotto principe di Torremuzza, investito di tutti i titoli di sua famiglia il 1734», cavaliere gerosolimitano, governatore della nobile compagnia dei Bianchi, valente letterato numismatico e storico, autore di molte opere e scritti importanti, socio delle primarie accademie scientifiche e letterarie» corrispondente dei più insigni scienziati del suo tempo; onorato infine d’un breve ponteficio di Clemente XIV 1763: morto in Palermo il 1794, legando la sua ricca libreria di 12 mila volumi alla biblioteca del Collegio Massimo, ove fu innalzato il suo mezzo busto in basso rilievo di marmo con una stupenda iscrizione; Carlo Girolamo principe di Torremuzza, cavaliere gerosolimitano, gentiluomo di camera, cavaliere del s. Gennaro, capitano giustiziere, ed in ultimo pretore della città di Palermo ove si distinse per la carestia avvenuta nel 1799; Vincenzo Lancillotto principe di Torremuzza, gentiluomo di camera, commendatore gerosolimitano, maggiore delle Guardie di Malta, ed istoriografo dell’ordine suddetto, letterato ed autore di varie opere; finalmente Gabriello Lancellotto Castelli principe di Torremuzza ec.,cavaliere gran croce dell’ordine de’ ss. Maurizio e Lazzaro, senatore del regno, già segretario della camera dei pari nel parlamento di Sicilia 1848; oggi sposato alla principessa Luisa della Trèmoille dama francese delle più illustri famiglie del Poitou. Arma: d’azzurro, con un castello a tre torri merlate d’argento, cadauna di tre pezzi; quella di mezzo sormontata da un giglio d’oro; mantello di velluto scarlato foderato d’ermellino.Corona di principe, ed il motto allicit et terret.
Blasone – famiglia Castelli Visto: 336
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