Antica nobile e valorosa famiglia genovese, al dir di Mugnos e del Minutoli, al tempo in cui la repubblica di Genova era da’ Visconti molestata.
Ricordasi per primo ceppo un Pompeo, e l’aneddoto delle cicale che posarono sul di lui capo nel momento della battaglia, lochè fu di buon augurio: di là il cognome e l’arme.
Fiorirono altresì una serie d illustri personaggi, che non è del nostro compito riportare; solo alla Sicilia stringendoci troviamo un Andreasso ed un 2° Pompeo Cicala a’ servigi di Federico II contro gli Angioini, come ancora Giovanni, Annibale e Teodoro Cicala presso rè Martino nell’acquisto di quest’isola.
Da tali ceppi varie diramazioni in Lentini, Messina e Palermo. In Lentini vanta molti gentiluomini, che nel 1458 furono ascritti nella maestra de’ nobili e senatori; ivi il Dr. Antonino, scrittore di varie opere, che si casò in Messina, ove fu giudice straticotiale e del concistoro. Però il signor Recco riferisce esser la famiglia Cicala pervenuta da Genova in Messina per un Guglielmo sotto il reggimento di Carlo V. Un Visconte Cicala commendatore di s. Giacomo della Spada fu eccellente capitano contro i turchi sotto il reggime austriaco 1513; un 2° Visconte fu duca di Castrofilippo per concessione di re Filippo III 1625; un Carlo fu conte palatino nel 1597, principe di Triolo in Calabria 1638 e cavaliere di s. Giacomo della Spada.
In Palermo la famiglia Cicala pervenne da due rami, uno derivazione di quello di Messina l’altro ignorasi; però entrambi vantano capitani egregi, e nell’ultimo troviamo un Antonio Cicala barone del feudo di Valledulmo ed un Domenico procuratore fiscale della r.G. Corte. Il Villabianca soggiunge che la detta famiglia possedè la baronia di Caccamo. In fine commendansi Visconte, Scipione, Vincenzo ed Andrea cavalieri gerosolimitani.
Arma: di rosso, con un’aquila spiegata d’argento coronata d’oro, e la bordura cucita di azzurro, caricata da sette cicale d’oro poste 3, 2 e 2.Corona di principe. |
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