II Villabianca coll’appoggio del Mugnos sostiene essere stata questa famiglia originaria di Francia da’ Cottoneri «Cotoner» colà resa illustre da Raffaele e Nicolò Cotoner grandi maestri dell’ordine gerosolimitano 1660 e 1663.
Fu trapiantata in Messina ove fiorirono: un Michele consigliere e maestro razionale del re Roberto di Napoli insignito del cingolo militare 1300; un Majanetto ministro e familiare di rè Martino, e finalmente uno Stefano ed un Andrea che l’arricchirono di feudi e vassallaggi, della città di Linguagrossa, della contea di Bavuso e di Naso, delle baronie di Trapani, Fiumefreddo e Sanbasile. Un Giuseppe conte di Bavuso la recò in Palermo; il di cui figlio Girolamo ottenne da Filippo IV il titolo di principe di Castelnuovo 1623. Fu egli deputato del regno, capitan generale delle galere di Sardegna e governatore altresì della squadra della Sicilia. Segue la linea sino all’ultimo principe Carlo Cottone une dei cinque baroni che nel 1811 furono fatti segno all’ira della regina Maria Carolina, la quale incostituzionalmente contro i dritti de’ Siciliani agiva. Da sincero patriottismo poi mosso, ed affin di beneficare i figli dei poveri contadini della contrada dei Colli, in Palermo sul fondo proprio ideò per loro l’impianto d’un Istituto Agrario, quale al 1847 da lui dotato dell’intero suo patrimonio solennemente per le cure dell’ottimo cittadino Ruggiero Settimo inauguravasi; e diretto venne per la parte scientifica ed educativa dal bravo professore Giuseppe Inzenga che tanto lo ha fatto prosperare. In detto principe si estinse la famiglia Cottone.
Arma: d’azzurro, con un leone coronato d’oro, tenente colle tre zampe un ramo di cotone dello stesso fiorito d’argento.Corona di principe; cimiero un cavallo d’argento a carriera inseguito da un cane dello stesso; ed il motto Potenzior. |
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