II Villabianca, colla scorta di Lopez de Haro nobiliario di Spagna, dice trarre origine questa antica e nobilissima famiglia dalla prov. d’Estremadura in
Ispagna, ove oltre agli ereditarì stati di
Monroy, da cui prese il nome, fu arricchita
della contea di Delestosa, del marchesato
di Yelbis, degli stati di Almaras, Boccadiglia
ed altri.
Commendansi: un Alonso Monroy
gran maestro dell’Ordine d’Alcantara, ed
altri illustri cavalieri che, giusta il Surita
Annali di Aragona, occuparono supremi carichi ne’ regni di Castiglia e d’Aragona.
Il
primo che di questa famiglia passò in Sicilia fu un Gonsalvo de Monroy a’ servigi di rè Alfonso, militando a proprie spese nella ricuperazione delle isole di Sardegna e di Corsica, e nell’assedio della città di Napoli in soccorso della regina Giovanna, perlochè ne ebbe concesse rendite colla terra e stato
della Motta s. Anastasia, i feudi di Frassina
e Brieri, l’almirantado di Malta e le tonnare
di s. Vito e Bonagia, come dall’Ansalone de
sua familia.
Altro passaggio rileviamo dal
Villabianca per un Ferdinando di Monroy y
Zunica cavaliere di s. Giacomo della Spada, prefetto della cavalleria di Spagna, cameriere maggiore del principe D. Giovanni d’Austria, maestro razionale di cappa e spada, ambasciatore straordinario di rè Filippo IV in Polonia, reggente della vicaria di Napoli, castellano del càstellammare di Palermo 1659, ed in fine marchese di Garsigliano 1664, in compenso di suo valore militare nelle guerre combattute di Fiandra, e nella battaglia navale presso Ivica. Sposò una Perollo erede della baronia di Pandolfina
nonché de’ feudi di s. Bartolommeo, della
Salina e della Culla. Fiorirono in oltre
Alonso figlio del precedente, cavaliere dell’ordtine di s. Giacomo della Spada, governatore del Monte di Pietà 1687, investito del marchesato di Garsigliano 1689 Ferdinando primo principe di Pandolfina
1733, barone del Gelso per ragion di matrimonio, capitano giustiziere di Palermo 1741.
essendo stato ministro superiore della nobile compagnia della Carità 1723, e governatore del Monte dì Pietà 1728; altro Alonso
gentiluomo di camera di rè Carlo III, deputato del regno, due volte vicario generale di
val di Mazzara 1747-48, investito de’
sopradetti stati 1748; Salvatore cavaliere
gerosolimitano di devozione 1762; Ferdinando 3°, principe di Pandolfina, barone di
s. Anna e di Arcodaci di provenienza Riccio
sua moglie, superiore della nobile compagnia della Carità 1761, governatore del Monte di Pietà 1772, capitano giustiziere e pretore di Palermo 1790; Gianfrancesco abate delle due abazie parlamentari del regno di s. Gregorio lo Gibiso, e di s. Filippo lo Grande; Alonso-Alberto principe di Pandolfina,
molto ammirato per l’altezza delle sue idee
e generosità, governatore del Monte, colonnello delle r. truppe, gentiluomo di camera,
cavaliere del s. Gennaro e commendatore del r. ordine di Francesco I; Ferdinando 4°,
principe di Pandolfina, marchese di Garsigliano ecc. commendatore degli ordini di Anna e de ss. Maurizio e Lazzaro, senatore del regno; Gaetano figlio del precèdente, principe di s. Giuseppe e deputato al parlamento italiano. Citiamo in oltre Giuseppe fratello del precedente Ferdinando, maggiordomo di
settimana di rè Ferdinando II; Alberto di lui
figlio, maggiordomo di rè Francesco II, e finalmente Alonso-Alberto Monroy Ascenso e
Spadafora, principe di Maletto e Venetico,
duca di s. Rosalia, titoli in lui ricaduti per
legittima successione delle nobili famiglie
Ascenso e Spadafora.
Leva per arme giusta i citati scrittori: inquartato; nel 1° e 4°, di rosso, col castello d’oro, torricellato di tré pezzi, chiuso e finestrate di nero; nel 2° e 3°, di vajo pieno; sopra il tutto d’oro, con quattro pali o meglio verghette di
rosso; e la bordura d’azzurro, caricata da otto
crocette mulinate d’argento.
Lo scudo accollato da trofeo militare, sormontato da corona di principe.
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