Famigia spagnuola, secondo riferiscono concordemente gli autori nostri nobiliari, portata in Catalogna da Carlomagno per un Requiseno principe
alemanno, fratello d’Otoger Galante principe della Lusazia. Detto Requiseno fu valoroso cavaliere e fondò in quelle contrade il cosidetto castello Requiseno, sposando un’Ermisinda sorella del rè di Leone, da cui una serie d’illustri personaggi, bastandoci citare, un conte Guglielmo governatore di Catalogna, ed un Luigi gran commendatore
di Castiglia, che fu alla battaglia di Lepanto, governatore di Milano, uno de’ viceré de’
Paesi-Bassi, valoroso e celebre guerriero. Intanto ella fece in Sicilia due passaggi, uno per un Bemardo Requesens, venuto col carico di viceré sotto Alfonso d’Aragona, e fu progenitore de’ principi di Pantelleria, conti di Buscemi e di Ragalmuto; il secondo passaggio per un Berlingerio Requesens generale delle galere di Sicilia e ceppo de’
baroni di s. Giacomo oggi estinti.
Nella linea di Bemardo si distinsero: un 2° Bemardo gran cancelliere del regno, pretore di Palermo, straticoto di Messina e capitandarme a guerra nelle città di Trapani e Marsala; un Antonio vicario generale del regno 1598, più volte deputato del regno, pretore di Palermo 1611-21-28 e principe di Pantelleria 1720;
un Francesco principe di Pantelleria 1720, deputato, capitano di Palermo 1728, pretore 1731, e gentiluomo di camera di Carlo III; un Giuseppantonio cassinese, vescovo di Siracusa; un Giovanni capitan generale in Sardegna, cav. Della SS. Annunziata, e grancroce de’ santi Maurizio e Lazzaro, morto in Torino 1772; altro Giuseppantonio principe come sopra 1748, tré volte deputato del regno 1762-66-74, governatore del Monte di
Pietà di Palermo 1772, conte di Ragalmuto, signore di Ventimiglia e Calamigna, fondatore della terra di s. Paolo in vai di Noto; un Luigi cavaliere gerosolimitano ed ambasciatore dell’ordine presso il viceré di Sicilia 1773; un Michele gentiluomo di camera e cavaliere del s. Gennaro; ed in fine un Emmanuele ultimo principe di Pantelleria,
personaggio importante nella storia di Sicilia morto nel 1848, col quale venne ad estinguersi questa illustre famiglia.
Levò per arme: inquartato; nel 1° e 4° d’azzurro, con tré torri d’oro, (per Requesens); nel 2° e 3° d’oro, con quattro pali di rosso (per Aragona); e la bordura dentata d’oro. Corona e mantello di principe.
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