Stando al Pisanelli giusta il Mugnos noi troviamo cotesta nobile famiglia originaria di Pisa della storica Gualandi, una delle sette dell’antica Alfea, ove fra gli uomini chiari ebbe a notarsi un Ischiano Galletti fondatore del jus patronatus di s. Pietro d’Ischia, ovvero d’Istria in Pisa 1090; un Simone Galletti priore o anziano nel 1325, e tanti altri posteriormente. Intanto il detto Mugnos accenna a tré passaggi di tal famiglia in Sicilia: primo da Nicolò senatore in Palermo nel 1505, ed Andreotta con altri suoi cugini; secondo da Carlo 2° Galletti senatore nel 1536; terzo da Nicolò 2° di lui fratello e che fu ceppo dell’attuale famiglia Galletti, della quale fiorirono principalmente secondo il Villabianca: un Nicolo Lancellotto Galletti, primo barone di Fiumesalato per ragion di matrimonio con una Violante de Jaen 1538; un Vincenzo, primo marchese di S. Cataldo per concessione di Filippo IV 1627; un 2° Vincenzo primo principe di Fiumesalato per concessione di rè Carlo II 1672; cavaliere di s. Giacomo della Spada, vicario generale delle segrezie di Taormina e Sanfratello, in fine capitano giustiziere di Palermo 1678; un Ignazio investito il 1685, mentre Pietro di lui fratello primogenito esimio per virtù e scienza trovavasi addetto al sacro ministero, essendo stato supremo inquisitore, e poi vescovo di Patti e di Catania; un Giuseppe investito 1689, cavaliere d’Alcantara, gentiluomo di camera del re, deputato del regno, capitano giustiziere
1716, e due volte pretore di Palermo 1725 e 1740; altro Nicolo fratello del precedente investito 1752, deputato del regno, la di cui linea continua sino al vivente principe Nicolo Galletti e Platamone. Un altro ramo di questa famiglia formò i marchesi di S. Marina, essendo stato giusta il Villabianca il primo ad investirsi di questo titolo Giovan Pietro Galletti 1696; fu egli governatore del Monte di Pietà e della Pace 1704; commendansi inoltre un Giovanni Alessandro Galletti investito nel 1717, e principe di Roccapalumba 1743; indi commutato in quello di Soria sotto il viceré Fógliani; un Francesco maresciallo di campo ne’ regi eserciti investito 1759; ed infine un Pier Luigi dell’ordine di S. Benedetto vescovo titolare di Arcadiopoli.
Arma: d’oro, con l’albero di quercia al naturale, addestrato da un gallo di nero crestato, beccato, barbuto, ed armato di rosso, sormontato da un’aquila spiegata di nero.
Corona di principe.
|
|