Nobilissima famiglia che prende origine da Arrigo d’Angiò principe del sangue reale degl Angioini dominanti in Sicilia, secondo scrisse Parradino. Detto Arrigo avendo ucciso Manfredo Svevo in battaglia ottenne in moglie Beatrice figlia del cennato Manfredo colla dote degli stati di Fìumedinisi, Calatabiano, Noara e la Motta di Camastra. Si ebbe tre figli Ruberto, Manfredo, e Luigi, che furono salvati nella strage del vespro siciliano da Nicolo Palizzi cavaliere messinese, e poscia reintegrati ne’ loro stati da rè Pietro d’Aragona, e per levar via la memoria dell’odio che portavano i Siciliani a’ Francesi Angioini mutarono il nome in Gioeni, e le armi.
Dal Ruberie ne venne un Bartolomeo valoroso guerriero espugnator di Patti, consigliere di Stato di rè Martino, e primo barone di Castiglione per privilegio di rè Federico III 1373. Fiorirono: Perrone Gioeni investito 1373, protonotaro del Regno; Bartolomeo 2° gran cavaliere del Regno 1396; Perrone 2°; Bartolomeo 3° ch’ebbe concesso da’ rè Aragonesi d’inquartare le regie armi; Perrone 3° investito 1453, capitan generale degli eserciti della regina Bianca e conte di Malta; Bartolomeo 4°; Giovan Tommaso primo marchese di Castiglione 1485; Lorenzo marchese di Castiglione, e conte di Chiusa per ragion di dote; Giovanni marchese di Castiglione e di Giuliana; Tommaso deputato del regno e pretore di Palermo 1595, primo principe di Castiglione 1602; Lorenzo 2° principe di Castiglione e strategoto di Messina 1616, la di cui unica figlia ed erede Elisabetta sposò il principe Marcantonio Colonna gran Contestabile del Regno di Napoli, ove si estinse la linea primogenita; Giovanni Gioeni e Cordova primo duca d’Angiò 1633, cavaliere di s. Giacomo della Spada capitano giustiziere, ed in ultimo pretore della città di Palermo 1635, capo della famiglia Gioeni di Palermo nella quale commendansi: Giovanni Gioeni investito de’ titoli di sua famiglia 1652, e dell’altro di principe di Solanto; Girolamo che rivendicò il vassallaggio della Noara rassegnategli dal Gran Contestabile Colonna, e fu governatore della nobile Compagnia de’Bianchi di Palermo 1697, deputato del regno, vicario generale in Girgenti, gentiluomo di camera di re Vittorio Amedeo di Savoja, capitano giustiziere 1705, ed infine pretore 1711; Giovanni 2° duca d’Angiò; Girolamo 3° duca di Angiò, principe di Scianto o sia Petrulla, barone della Noara ec. gentiluomo di camera di re Carlo III, e Governatore della nobile compagnia dei Bianchi di Palermo 1741; la di cui linea seguì sino a Giovanni Gioeni e Cavaniglia principe di Petrulla, gentiluomo di camera di re Ferdinando II, cavaliere del s. Gennaro, gran croce di vari ordini, ed ambasciatore presso la corte di Vienna. Tra’ cavalieri gerosolimitani commendansi, fra’ brogio priore di Pisa, fra’ Ottavio priore di Barletta 1573; e fra’ Alessandro 1631.
Arma: lozangato d’argento e di rosso, col capo cucito d’oro caricato da un leone nascente di nero.
Corona di principe.
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