Famiglia nobile oriunda francese, dimorante in Nizza, come risulta da autentico diploma in pergamena d’Aix 1 marzo 1668, transuntato in Palermo per ordine del viceré di Sicilia agli atti di
notar Sardo e Fontana 22 gennaro 1702, e
da un albero genealogico di famiglia altresì
in pergamena. In detto diploma nell’attestare la chiara nobiltà della famiglia D’Ondes,
si fa menzione di un Lodovico de Hondis,
cavaliere o milite e signore di Castelnuovo
1528, di un Andrea signore d’Allons 1629,
e di un Cesare signore d’Allons e de la
Mottière.
Ne venne una serie d’altri illustri
personaggi, che imparentarono con nobilissime famiglie, tra le altre la Doria di Genova, l’Alberti di Firenze.
Un Giambattista D’Ondes ed Alberti secondo ne riferisce il Villabianca, la trapiantò in Palermo, ove in seguito fu ascritto alle nobili confraternite della Carità e di s. Tommaso dei Qreci, nelle quali l’ufficio di superiore sostenne. Intanto rileviamo, che detto Giambattista sposò una Crisi baronessa di s. Ludovina, cui successe un Bartolomeo, padre di Giannantonio e di Vite, e questi in altri documenti si vede titolato barone di Rosa. Il primo fu ceppo del vivente Bartolomeo D’Ondes e Rau insigne professore di Dritto Romano nell’Università di Palermo ed uno dei
primarì del foro di detta città; il di cui avo
Bartolomeo D’Ondes Susinno rifulse colla
carica di consultore del governo dal 1825-30; il secondo cioè Vito ceppo degli attuali
D’Ondes-Reggio, cospicuo ramo che pregiasi
d’aver dato: un Bartolomeo D’Ondes e
Gerbino, che fu governatore del Banco e sergente maggiore del senato di Palermo, cariche assai nobili, ed i viventi fratelli Vito
D’Ondes-Reggio, insigne pubblicista, famoso
oratore nel parlamento italiano per la difesa
dei diritti della Chiesa; Giovanni già deputato
al parlamento, direttore del Museo di Belle-Arti in Palermo, autore di vaii premiati scritti, e Gioacchino conte di Gallitano per regia concessione ottenuta il 26 febbraro 1802.
Arma giusta i citati documenti: di oro, con tré bande ondate d’azzurro. Lo scudo sormontato da elmo di cavaliere con svolazzi d’oro e d’azzurro.
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