Famiglia valenziana, portata come dice Mugnos in Sicilia nel 1292
da un cavaliere Velasquez de Mena a’ servigi
di rè Federico II, da cui la c’astellania di S.
Filippo d’Argirò 1316 ottenne. Da lui un
Ilisoldo, in dialetto Misilisoldi, che da rè
Ludovico 1344 fu fatto castellano di S. Filippo d’Argirò; perlochè i suoi posteri
Sanfilippo cognominaronsi. La famiglia indi
si sparse in Palermo e Piazza, vantando capitani giustizieri e giurati. Commendansi: un
Desiderio che acquistò la baronia di Grotte
1634 e primo duca di essa 1648, cavaliere
gerosolimitano, uomo assai benefico per pie
opere e legati di maritaggio nella detta città
di Piazza; a lui contemporanea fu suor Maria Caterina morta in odore di santità, come
un fra’ Antonio domenicano riportati dal Pirri;
un Tommaso 1650, cav. D’Alcantara, barone di Sortavilla, governatore del Monte di
Pietà di Palermo 1698-99, e maestro
portulano del regno, nella di cui figlia
Ippolita, maritata a Vincenzo Lagrua e
Talamanca principe di Carini, venne ad
estinguersi questo ramo.Arma: d’azzurro, con un leone d’oro, ed una banda di rosso attraversante sul tutto. Corona di duca.
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