Famiglia nobile ed
antichissima, originaria di Biscaglia, e secondo riferiscono il Mugnos ed il Villabianca, un conte Sancio Diaz ne fu il primo ceppo. I di lui successori acquistarono
la signoria d’Ajala; e perché in un loro
maggiorasco nella vai di Carranza in
Biscaglia riedificarono un’antica torre gota
a difesa de’ Mori, essendo ivi un eremitaggio
dedicato a S. Stefano dal Santo presero il
cognome. Fece due passaggi in Sicilia: primo con Martino Santostefano a’ servigi di rè
Ludovico d’Aragona, coll’ufficio di maggiordomo, tenendo in possesso lo stato d’Avola
ed i feudi di Falconeri, Mazzarone, Ginestra
e castello d’Arquillo; il di cui fratello Giovanni fu in Messina gran priore dell’ordine
gerosolimitano nel 1361; linea estinta in casa
Reggio pel matrimonio di Caterina Santostefano con Luigi Reggio. Secondo passaggio
nel 1590 con Diego Santostefano visore della
squadra delle galere del regno e segretario del
tribunale del Sant’Uffìzio di Palermo, padre di
Giuseppe Santostefano e la Cerda cavaliere
d’Alcantara, barone di Calcusa e di Fontana
Murata, primo marchese della Cerda 1659, go-
vernatore del Monte di Pietà 1696-97, e di Luigi Senatore di Palermo nel 1646. Notiamo inoltre: altro Giuseppe investito nel 1737, colonello
nel r. esercito e governatore del castello del Molo
di Palermo; Alessio investito nel 1764, governatore della Compagnia de’ Bianchi 1773 ; altro Alessio
marchese della Cerda, gentiluomo di camera con
esercizio, intendente delle provinole di Messina,
Lecce e Caserta, consultore di Stato, commendatore dell’ordine di Francesco I di Napoli, ministro
dell’Interno e poscia delle Finanze del governo
provvisorio di Sicilia nel 1848-49; e Fulco di lui
fratello attuale marchese della Cerda, colonello di
Cavalleria in ritiro, commendatore degli ordini
Mauriziano e della corona d’Italia, fregiato della
medaglia commemorativa per le guerre combattute per l’indipendenza italiana.
Arma: diviso, nel 1.° d’azzurro con una torre d’oro piantata nel canton destro della punta e sormontata da un soldato in atto di suonare la trombetta, accompagnato nel canton sinistro da un’albero di verde, dalla cui sommità pende una catena con caldara d’oro, e
due lupi di rosso passanti innanzi l’albero;
nel 2.° di rosso con l’aquila spiegata d’oro;
la bordura composta di sedici pezzi il primo
di rosso colla torre d’oro, il secondo d’oro
con un leone di rosso, il terzo d’azzurro coi
tré gigli di Francia e così successivamente.
Corona di marchese.
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