Sull’origine della famiglia Tomasi dal Villabianca appoggiato al Sansovino rileviamo essere l’antica de’ Leopardi di Roma, e passata con Costantino imperatore in Costantinopoli, ove fu grande e potente sino al tempo di Eracleo imperatore, per la
cui morte ella passò in Italia fermandosi in
Ancona.
La si disse Tomasi dal Greco
thauma, che vuoi dire mirabile, perochè si
sa i due gemelli Artemio e Giuliano aver
mostrato un ingegno meraviglioso. Oltre a
ciò il Zazzera riporta non pochi altissimi
personaggi, come a dire un Flavio ed un
Libiano cardinali; un Rodolfo generale di
papa Eugenio III in Asia; un Pietro patriarca di Costantinopoli e beato 1360, ed altri
che non è del nostro computo individuare.
Intanto da detta città di Ancona sembra passata in Capua, da dove in Sicilia per un
Mario de Tornasi nell’accompagnare il viceré
Marcantonio Colonna. Fu egli capitandarme
di Licata 1585 e barone di Palma a causa di
matrimonio con una Francesca di Caro baronessa di questo stato.
Fiorirono addippiù:
un Giulio barone di Montechiaro, primo duca
di Palma 1638, cav. di s. Giacomo e primo
principe di Lampedusa 1667; un Giuseppe
chierico regole teatino, indi eletto cardinale
da Clemente XI, e qual beato lo si venera
per sua santità e dottrina; una suor Maria
Crocifissa venerabile; un Ferdinando investito di detti stati 1669, e cavaliere d’Alcantara; altro Giulio investito 1675; un 2′
Ferdinando 1699, capitano giustiziere 1720 e tré volte pretore di Palermo 1730, grande
di Spagna 1720, gentiluomo di camera dell’imperatore Carlo VI, cavaliere gerosolimitano e presidente della Redenzione de
Cattivi, infine mecenate de’ letterati; altro Giuseppe Maria figlio del precedente investito 1764, capitano giustiziere 1766; un 3′
Giulio cavaliere gerosolimitano, abbate di
S.° M.a di Roccamadore, prelato domestico
di papa Clemente XIV; un Carlo cav.
gerosolimitano, capitano di fanteria dell’armata sarda; un Gioacchino altresì cavaliere, esente delle Guardie del Corpo; un Elia
capitano d’artiglieria, cavaliere gerosolimitano, distinto matematico; un 4° Giulio
governatore della Pace 1763, la di cui linea
venne a continuare sino al vivente Giulio
Tomasi principe di Larnpedusa.
Arma: d’azzurro, con un monte di tré cime di verde, sormontato da un leopardo d’oro. Mantello e corona di principe. Motto: Spes meo, in Deo est.
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