Famiglia antica ed assai nobile della città di Messina, ove figura tra le baronali.
Un Pierleone Benincasa dice Mugnos fu segretario maggiore dell’imperatore Federico II, il di lui figlio Eustachio Benincasa fiorì tra’ cavalieri teutonici ed acquistò la baronia di Caravacio; un Giovancorrado altro figlio fu segretario dell’imperatore Corrado, e poi consigliere
del rè Manfredi; un Martino, militando contro i Francesi col carico di capitan di cavalleria messinese, morì combattendo valorosamente in battaglia; ed il di lui figlio Eustachio, pe’ suoi grandi servigi prestati a rè Federico II, la concessione si ebbe di aggiungere alle sue armi un leone rosso con un ramoscello di alloro nelle zampe anteriori. Un secondo Pierleone fu in Napoli coppiere della regina Giovanna, ivi fondando la sua famiglia, da cui surse suor Orsola Benincasa, tanto celebre per santità e per essere stata la fondatrice del monastero delle Orsoline di quella città.
Un ramo della famiglia passò in Bologna, Perugia, Prato e Siena, ove si rese celebre per le armi e per le lettere; da esso S.Caterina di Siena 1380 famosa scrittrice, le
cui opere da’ puristi toscani si anno per testi di lingua.
Intanto il primo ramo proseguì in Messina percorrendo i più onorati carichi; ed invero un Antonino militato avendo sotto l’Imperatore Carlo V fu creato cavaliere dello speron doro, venduto avendo i feudi di Caravaci al principe di Butera nel 1491, e convertito il prezzo in tanta rendita sopra lo stato.
La linea continuò sino a tempi del cennato scrittore da cui attinto abbiamo le attuali notizie.
Armasi: campo diviso, nel primo di azzurro con due bande d’oro caricate da tré leoni neri con palma verde nella zampa destra anteriore; nel secondo d’azzurro con un castello d’oro sormontato da tré stelle dello stesso, ed in punta onde marine. |
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