Dice Inveges appoggiato al Mugnos che la nobile e distintissima famiglia Emmanuele provenne da Castiglia in Sicilia, portata con rè Pietro I d’Aragona dal milite Coraldo Rodolfo Emmanuele abilissimo cavaliere nel famoso combattimento di Bordeaux, e nipote dell’infante D. Manuel settimogenito del rè Don Ferdinando il santo di Castiglia, di cui Sanchez; e quinci diffusa in Trapani, Palermo, Salemi, Marsala e Naro producendo non pochi chiari e valorosi gentiluomini.
Intanto si sa che il detto Coraldo da rè Pietro I onorato di molti importanti carichi ottenne in feudo il casale del Burgio o Burgetto 1285 i di cui figli parecchi altri feudi pei loro meriti acquistarono. Epperò uno di essi appellato Giovanni venne a stabilirsi in Palermo, e fu ceppo della famiglia Emmanuele di Villabianca. Un Coraldo secondogenito Coraldo I die origine al nobile casato di Trapani, il quale da rè Giacomo ebbesi la baronia del feudo di Culcasi e Mangiadaini in territorio di Salemi ove la famìglia poi si stabilì; la quale oggi trovasi rappresentata da’ marchesi di Torretta, baroni di s. Giuseppe di s. Leonardo e Canaletto: di là diramossi in Marsala. Vanta molti illustri personaggi, tra’ quali un Luigi Emmanuele signore della Merca barone di Menfici e pretore di Palermo; un Francesco straticoto di Messina 1361; un Benedetto signore del castello di Mazzara e della baronia della Merca 1638, giudice perpetuo dell’Inquisizione 1638, più volte capitan d’arme nel val di Noto; eletto marchese di Villabianca per privilegio di rè Filippo IV 1655 e governatore del monte di Pietà 1657. Fu lui che ne’ tumulti di Palermo del 1647 uccise di propria mano il capo ribelle Mariano Rubiani, la di cui testa rimase appesa per un giorno intero in un angolo del palazzo Emmanuele in via Piedigrotta.
Commendansi in oltre: un Francesco investito del succennato titolo 1672, ministro superiore della nobile compagnia della Carità 1701; un Benedetto investito 1716 capitano giustiziere della città di Palermo 1718, e governatore come sopra 1721; altro Francesco Maria investito 1740 del titolo di marchese di Villabianca e dell’altro di conte di Belforte concessogli da rè Ferdinando III 1779, chiamandolo nel privilegio col titolo di graziosissimo di uomo assaissimo benemerito della sua patria Palermo e di tutta la Sicilia, il quale tenne l’ufficio di ministro superiore della Carità 1750. Fu un valente letterato ed autore della rinomata opera La Sicilia Nobile in 5 volumi compresa l’ appendice; in fine lasciò non pochi importantissimi manoscritti, che si conservano nella Bibblioteca Comunale di Palermo, pieni di una non comune erudizione su tutte le cose patrie: morì il 1802 essendogli stato in s. Domenico dalla famiglia eretto un sontuoso monumento. Da lui un Benedetto ministro superiore della compagnia della Carità, al quale successe un Francesco, indi un Santo, ed a quest’ultimo il vivente marchese di Villabianca Giuseppe Emmanuele e Salvo.
Arma: di rosso, con un leone d’oro tenente colle zampe anteriori una bandiera d’argento caricata da una croce di rosso svolazzante a sinistra, accompagnata dal motto signifer vis et cleméntia, posto in orlo; e la bordura composta di argento e di rosso di 12 pezzi, caricato ciascun pezzo d’argento da un leone di rosso, e ciascun pezzo di rosso da una branca alata d’oro armata di spada d’argento alta in palo. Corona di marchese ed elmo posto di fronte con lambrequini volanti di rosso d’argento e d’oro. Lo scudo accollato da 8 bandiere di alleanza: la prima a destra inquartata; nel 1° e 4° d’oro con due bande ondate d’azzurro; nel 2° e 3° d’azzurro, con un’aquila spiegata e coronata d’argento (che è Gaetani): la 2a d’oro con tré pali di nero (che è Alliata): la 3a d’oro a cinque foglie di fico di verde fibrate d’oro poste in croce di s. Andrea (che è Suarez de Figueroa): la 4a scaccheggiata d’argento e di nero, di sei file (che è Seripepoli): la 5a a sinistra d’oro, con tré bande d’azzurro abbassate sotto d’una riga dello stesso, sormontata da un grifo di nero passante con la branca destra erta combattente (che è Grifeo): la 6a d’azzurro, con tré zampe alate di mezzo volo d’oro ordinate 2 e 1, (che è Beccadelli): la 7a d’ azzurro, con una fascia d’oro accompagnata da tré stelle dello stesso poste 2 al capo ed 1 in punta, (che è Diana) : la 8a di rosso, con un cane levriere rampante d’argento collarinato d’oro (che è Vanni).
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