II Mugnos, Inveges, Beuter, Barel, Villabianca, e con particolarità Lengueglia diffusamente parlano di questa antichissima celebre e nobile famiglia, che fanno derivare da Dapifero figlio di Teodone duca di Baviera: la quale dall’impresa d’incatenare due monti nella Catalogna nel sito di Sardana, onde fortificarsi dagli assalti de’ Mori, prese il nome di Montecateno, volgarmente Moncada; illustre prosapia che tanto si distinse negli avvenimenti de’ catalani principi, e degli aragonesi monarchi. Le battaglie di Urgel, di Narbona, di Almeria, di Ubeda, dell’Alcoraz, di Seminara, le conquiste di Lerida, di
Majorca, di Sardegna, della Sicilia, di Napoli, e del Gerbe, o felicitate furono dal valore, o facilitate dal sangue di questa grande stirpe, che apparentò con case sovrane diramandosi in vari rami. Citiamo di volo i due famosi Ugo di Moncada gran capitano
spagnuolo al servizio di Carlo VIII, e Francesco di Moncada conte d’Ossone marchese
di Aitona, generalissimo delle truppe
spagnuole ne’ Paesi Bassi 1633. Epperò un
Guglielmo Raimondo Moncada secondogenito del sig. d’Aitona la trapiantò in Sicilia nel 1282, essendo al servizio militare di rè Pietro d’Aragona, e guerreggiando contro Carlo d’Angiò: fu desso signore dell’isola di Malta, che poscia al suo rè Federico II cedette e n’ebbe in compenso Agosta col castello e terra di Melilli; indi gonfaloniere di
rè Ludovico.
Fiorirono in oltre: un 2° Guglielmo primo conte d’Agosta per concessione di rè Federico II 1336, che l’onorò del trattamento di suo consanguineo; personaggio importante in quelle tremende fazioni di Latini e Catalani, e nelle quali presero parte le potenti famiglie degli Alagona, Palizzi, Chiaramonte e Ventimiglia, perocché fu il
detto conte imprigionato e poscia fatto morire di veleno 1348; un Matteo primo conte
di Adernò, gran siniscalco, governatore del
regno, vicario e capitan generale nei ducati
di Neopatria ed Atene in Grecia, concessionario delle città di Corinto ed Argo nella
Morea, non che della baronia di Pantano i
Sicilia, unitamente alla fiumara di
Leonardo; un 3° Guglielmo Raimondo celebre per avere rapito dal castello Orsino di
Catania la regina Maria tenuta prigioniera dal conte Artale di Alagona suo potente rivale
perlocchè da rè Martino ebbe in compenso
l’isola di Malta e del Gozzo col titolo di marchese, non che, quella di Lipari, unitamente
alle città di Naro, Mineo, Sutera, terra di Delia, Mussomele, Manfrida, Gibellina,
Favara, Misilmeri, Massari, e Rocca di Mongellino 1392, inoltre contestabile e
capitan generale dell’armata catalana in Sicilia, maestro giustiziere del regno, e capitan
generale di tutta la cavalleria, col titolo di
conquistatore della Sicilia, avendo percio
avuto in compenso la baronia delli Diesi, i
vassallaggi di Sortine, Feria e Monteclimaco
poi la concessione degli stati di Calatafimi,
Alcamo, Calattimo, Favignana, Levanzo e
Maretimo, in fine erede del contado di
Navara, Tripi, Saponara, e de’ due Militelli
di casa Palizzi, e comechè del partito antiregio
essendogli stati confiscati tutti i beni, di dolore ne morì l’anno 1398; altro Matteo
dalla regina Bianca eletto capitan generale
della cavalleria di Sicilia, e da rè Alfonso
capitan generale di tutto l’esercito, avendo
al rè ceduto Agosta con riceverne invece Caltanissetta, fortezza di Pietrarossa, Saline, Cammarata, castelli e feudi di Pietra
d’Amico e Motta di s. Agata; un 4° Guglielmo
conte di Caltanissetta, gran cancelliere, e
gran camerlengo del regno 1441; un Antonio fratello del precedente conte di Caltanissetta investito 1466; un Giantommaso conte di Adernò e Caltanissetta, maestro giustiziere di Sicilia 1463, gran camerlengo del regno di Napoli, gentiluomo di camera di rè
Giovanni suo governatore generale delle armi in Agosta, capitati generale dell’armata,due
volte viceré del regno 1475-77, e come Amico attesta uomo assai valoroso nelle armi e
nelle scienze; un 6° Guglielmo Raimondo
generale delle armi, maestro giustiziere
1502, in fine barone della terra di Serradifalco; un 3° Antonio capitan generale delle armi, e acquistatore della terra di Motta
di s. Anastasia 1522; un Francesco conte di
Ademò e Caltanissetta, vicàrio generale in
Siracusa 1542, nelle valli Demone e Noto, e
nelle città di Catania ed Agosta, primo principe di Paterno 1565; un Cesare vicario generale e capitandarme in Siracusa e Catania; altro Francesco fondatore del collegio de’ Gesuiti e del convento de’ Cappuccini in Caltanissetta, avendo acquistato il celebre palazzo di Ajutamicristo in Palermo, in
fine capitan generale delle anni del regno;
un 4° Antonio detto di Aragona per legge
speciale, primo duca di Montalto investito
1600 cavaliere del Toson d’Oro 1609; un
Luigi Guglielmo presidente generale del regno 1635-38, benemerito per molte opere pubbliche in Palermo, terrore de’ ladri di campagna, viceré in Sardegna 1647 e nel regno di Valenza 1657, cavaliere del Toson d’Oro, commendatore di Belvis della Sierra, tré volte grande di Spagna, generale della cavalleria di Napoli, maggiordomo maggiore di rè Carlo II, infine cardinale di Santa Chiesa; un Ferdinando tré volte grande di
Spagna, principe di Paterno, ed ultimo duca
di Montalto e di Bivona; la cui unica figlia
Caterina congiunta essendo in matrimonio a
Giuseppe di Toledo duca di Ferrandina, lo
stato di Paterno venne a passare a Luigi
Guglielmo Moncada duca di s. Giovanni e
conte di Cammarata, derivato da Ignazio
secondogenito di Antonio principe di Paterno
e primo duca di Montalto, la di cui linea
venne a continuare sino al vivente principe
di Paterno D. Corrado Moncada e Bajada.
Altro ramo di questa famiglia scorgiamo ne princìpi di Monforte e conti di s. Pieri, derivati da Federico Moncada barone di Tortoreto, di Monforte e di s. Pietro 1530, qual figlio di Guglielmo Raimondo conte di Adernò e Caltanissetta.
Furono chiari: un
Giuseppe conte di s. Pieri e primo principe
di Monforte 1628; un Giannantonio 1727
vicario generale in difesa della r. Sanità in
Messina; un Emmanuele 1766 cavaliere del
s. Gennaro e commendatore dì Castrotorafo
di s. Giacomo; un Jago gentiluomo di camera, tenente generale dell’esercito e grande
di Spagna di seconda classe. Rappresenta
oggi questo ramo Guglielmo Raimondo
Moncada e Galletti principe di Monforte è
conte di s. Pieri, in oltre principe di Seria e
marchese di Santamarina, titoli pervenutigli per successione materna. Il di lui primogenito Giovanni Eugenio s’intitola conte di s. Pieri e principe di Scria. Da questo ramo derivarono i principi di Calvaruso, incominciati da Cesare Moncada fratello di Giuseppe primo principe di Monforte.
Arma: inquartato; nel 1° e 4°, di nero, con un leone coronato d’oro; nel 2° e 3°, fusaio in banda d’argento e d’azzuro (per Baviera); sopra il tutto: partito nel 1° di rosso con sei pani e due mezzi d’oro, (per Moncada}; nel
2° di rosso con quattro pali d’oro (per
Aragona). Mantello e corona di principe,
cimata da un leone passante e coronato d’oro,
la testa rivoltata.
|
|