Illustre nobile ed antica famiglia originaria, al dir del p. Aguilera, della consolare romana; incominciata in Sicilia giusta il Villabiancà da un Roberto Paternò uno de’ più strenui guerrieri del conte Ruggiero nella espulsione de’ Saraceni.
Fu egli giusta quanto riferisce il Mugnos, padre di Costantino e di Archipreta moglie di Gerardo d’Altavilla normanno.
Dal detto Costantino ne venne in Catania una numerosa serie d’illustri personaggi, tra cui citiamo un Arrigo pretore di Palermo 1377; un Giovanni vicario generale in Siracusa 1393, e poscia gran camerario reggente del real Patrimonio 1397; un Benedetto figlio del precedente, ambasciatore del rè Martino presso il Papa 1393; un Gualterio logoteta del
regno e perpetuo regio consiliarió 1400; altro Gualterio letterato encomiato dal d’Amico; altro Giovanni arcivescovo di Palermo e
Passaneto — Stando al Mugnos, famiglia normanna, portata in Sicilia da un Ruggiero signore di Passanete, che acquistò alcune ville in Calabria, ed in Sicilia la baronia presidente del regno 1506; un Alvaro senatore romano 1525; un Ferdinando gesuita per pietà ed erudiziene insigne 1604, ed altri
che per brevità tralasciamo.
Si divise in vari
rami: 1° Principi di Biscari, baroni della terra degl’ Imbaccari Sottani e Mirabella, e delle baronie di s. Filippo di Ragusa, Regalciacca,
Spinagallo, Baldi, Cubba, Ragona e
Sparagona, di Bidami ed Alminusa; illustrati
da Orazio Paternò erede della Casa Castello,
baroni di Biscari 1578 a condizione d’assumerne l’arme ed il cognome, da cui vari distinti personaggi : Agatino, prime principe
di Biscari investito 1633, vicario viceregio
in vai di Noto, molte accetto a rè Filippo
non che alla di lui patria Catania; Vincenzo
genitore d’Ignazio 1670; altro Vincenzo 1700
che accrebbe le avite possessioni;altro Ignazio adorno di non volgare letteratura, autore
dell’interessante viaggio in Sicilia fondato
avendo l’Accademia Letteraria de’ Pastori
Etnei, e nel suo palazzo un grandioso Museo ricco di varie collezioni, oggi venduto.
2° Duchi di Carcaci e baroni di Bicocca, di
cui un Vincenzo investito 1725 sostenne
l’ambasceria del Senato di Catania a rè Vittorio di Savoja, essendo stato altresì uno de’
tré vicari generali del regno spediti in Messina a riparo del contagio 1743; da lui un
Michele barone di Bicocca 1749, ed altri
sino al vivente Francesco Paternò-Grifeo
duca di Carcaci. 3° I marchesi di s. Giuliano per un Orazio Paterna-Castello ed
Asmundo, investito 1732, capitano giustiziere di Catania 1733 e patrizio 1739, qual
ramo viene rappresentato dal marchese di
s. Giuliano D. Benedetto Patemò-Castello.
4° I marchesi di Raddusa dai quali provenne la linea dei Paterno di Spitalotto illustrati da un Vincenzo Paternò-Trigona gentiluomo di camera, pretore di Palermo 1844-48
cav. gran croce dell’imperiale ordine di s.
Stanislao di tutte le Russie, morto in esilio,
e dal di lui fratello Giuseppe luogotenente
generale dell’esercito italiano, aiutante di
campo onorario di S. M. grande ufficiale
dell’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, senatore del regno. Linea rappresentata da
Achille Paterno Ventimiglia, che ai suoi titoli aggiunge quello di conte di Prades. 5° I
principi di Manganelli e duchi del Palazzo,
oggi in persona di un Antonio Paternò-Castello principe di Manganelli, gentiluomo di
camera, e pretore di Palermo 1851-56, genitore di Giuseppe Paterno ed Alliata duca
del Palazzo; 6° I marchesi del Toscano.
Arma: d’oro, a quattro pali di rosso, e la banda d’azzurro, attraversante sul tutto. Corona di principe e mantello di velluto scarlatto, frangiato d’oro.
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