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Paternò Visto: 616
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Col títolo dí Nobile fu riconosciuto nel 1899 Giacomo, di Giavanni, di Giacomo. Figli: Giovanni, Giulio Cesare, Lucio e Luigi. Dim. Catania. Col titolo di Barone di Pozzobollente fu riconosciuto nel 1899 Giovanni Antonio, di Salvatore, di Giovanni Ignazio. Dim. Vittoria. Col titolo di Barone del Cugno fu riconoscìuto nel 1883 Gìuseppe , di Vincenzo. Dim. Palermo. Titolo di Marchese di Manchi di Bilici Barone di Raddusa e Destri Signore di Marianopoli e Signore di Scala Ult. inv. Francesco Paternò Castello ( 1809).Col titolo di Nobile dei Marchesi di Manchi di Bilici mf. qual proveniente da Francesco suddetto, fu iscritto Michele, di Vincenzo, di Francesco. Figli: Gaetano, al quale nel 1921 fu concesso il titolo di Marchese mpr., e Luigi. Dim. Catania. Coi titoli di Principe di Sperlinga dei Manganelli Duca del Palazzo Signore dell’Ufficio di Maestro Notaro della Curia Capitaniale di Catania fu riconosciuta nel 1921 Clementina (in Combes de Lestrade), di Giuseppe Maria, di Antonio Alvaro, la quale nel 1899 era stata riconosciuta nel titolo di Barone di Donnafugata e nel 1912 in quello di Barone di S. Giuseppe Dim. Ragusa Inferiore e Parigi. (vedi Combes de Lestrade). Coi titoli di Marchese del Toscano e Duca di Roccaromana pers. fu riconosciuto nel 1898 Giambattista, di Antonino, di Giambattista. Figli: Antonino, Agatina, Lucio e Carolina. Figlio di Antonino: Giambattista. Figli di Lucio: Giovan Battista e Maria. Fratelli: Guglielmo, Michele e Giuseppe Figli di Guglielmo: Antonino e Michelangelo. Figli di Michele: Agatina. Figli di Giuseppe: Antonino e Giovan Battista. Dim. Catania. Coi titoli di Marchese di Regiovanni Conte di Prades Barone di Pettineo Barone di Regiovanni Signore di Culcasi e Mangiadaini Signore di Gulgo, Celsi, Manchi e Metà di Scala, Signore di Pionica e Sammartino fu riconosciuto nel 1925 Achille, di Vincenzo. Dim. Palermo. Il titolo di Marchese fu concesso nel 1916 a Lucio Antonino Giuseppe, di Giovan Battista, ed altro titolo di Marchese nel 1921 a Gaetano. Dim. Catania. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Palmerini Visto: 567
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Barone di Giaconia. Ultimo investito Benedetto (1796). Famiglia che si vuole originaria di Pisa, venuta in Sicilia nel secolo XV. Arma: d’oro, allo scaglione di rosso accompagnato da tre rami di palma di verde posti in palo, due nel capo ed uno in punta.
Porta (La) Visto: 542
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Nobile. Deliberazione della Commissione dei titoli di nobiltà (1834). Famiglia che si vuole originaria di Chiavenna, fiorente in Palermo nel secolo XVI. Arma: di rosso, alla torre merlata d’oro sormontata da un’aquila spiegata di nero, con la bordura composta d’oro, di rosso, d’argento e di nero. – Alias: d’azzurro, a due leoni d’oro controrampanti ed affrontati ad una porta di città d’argento merlata dello stesso, il tutto sostenuto dalla campagna scaccata d’argento e d’azzurro di due file.
Pagano Visto: 554
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Il titolo di Conte fu concesso nel 1910 a Giambattista di Antonio. Figli: Antonio, Francesco e Giuseppe. Barone di Casalotto. Ultimo Possessore Pietro (1806). Questa famiglia, che si vuole originaria del Napoletano, si ritrova in Messina sin dal secolo XVI. Dimora Roma. Arma: d’oro, al pavone rotante d’azzurro. – Alias: bandato d’oro e d’azzurro di sei pezzi, al capo d’armellino caricato di un lambello di rosso. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Palermo Visto: 541
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Marchese. Concesso a Giuseppe con r. Diploma del 1745, esecutoriato nel 1749. Famiglia forse originaria di Scicli, già esistente, nel secolo XIII. Arma: partito: nel 1° d’oro, al grifo rampante d’azzurro sormontato da un lambello di rosso di tre gocce; nel 2° d’azzurro, al leone illeopardito d’oro sostenente sul dorso un giglio d’argento. Cimiero: l’aquila nascente spiegata di nero, imbeccata e coronata d’oro. – Alias: partito: nel 1° d’azzurro, all’aquila spiegata di nero coronata di rosso; nel 2° d’azzurro, alla palma sdradicata al naturale.
Palizzolo Visto: 575
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Coi titoli di Barone di Raimone Cavaliere e Nobile fu riconosciuto nel 1874 Vincenzo di Giuseppe, di Vincenzo. Figli: Giuseppe, Giovanni, Antonio e Michele. Figli di Antonio: Maria Teresa e Vincenzo Maria. Coi titoli di Cavaliere e Nobile fu riconosciuto nel 1892 Giovanni di Giuseppe, di Vincenzo. Fratelli: Raffaele Antonino, Gandolfo, Eugenio e Alfredo. Figlio di Gandolfo: Giuseppe. Originaria di Monte S. Giuliano, dove già fioriva nel secolo XVI, questa famiglia si vuole che discenda dall antica famiglia Palizzi. Dimora Palermo. Arma: d’ azzurro, a tre pali scorciati ed aguzzati, sormontati il 1° e 3° da una stella di 6 raggi, il tutto d’argento. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Pallavicino Visto: 581
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Conte di Favignana. ultimo possessore Giuseppe (1806). Famiglia genovese che godette anche nobiltà in Sicilia nel secolo XVII. Arma: cinque punti d’oro equipollenti a quattro d’azzurro, col capo d’argento caricato di una stecconata di nero.
Palmeri Visto: 561
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Il titolo di Marchese di Villalba fu concesso nel 1810 a Placido e riconcesso nel 1846 al figliuolo di lui Rodrigo. Inoltre un Vincenzo s’investì nel 1780 del titolo di Signore di salme 120 di Gasena. Col titolo di Nobile dei Marchesi di Villalba e dei Baroni di Micciché fu riconosciuto nel 1882 Nicolò di Calcedonio, di Vincenzo. Figlio: Ruggero. Famiglia forse venuta dall’ Inghilterra e già esistente in Sicilia nel secolo XIII. Dimora Palermo. Arma: d’ azzurro, al palmizio di verde fustato e fruttifero d’ oro, nodrito sopra una zolla di verdura al naturale, sinistrato da un leoncino d’ argento affrontato al tronco e sormontato in capo da un giglio d’oro. Alias: scaccato di argento e d’ azzurro di quattro file. Elenco Nobiliare Siciliano.
Pandolfi (Guttadauro) Visto: 599
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Il titolo di Marchese fu concesso nel 1882 a Beniamino di Domenico. Figli: Domenico,Eleonora,Margherita in Massimi ed Eugenio. Famiglia palermitana. Dimora Roma. Arma: inquartato: nel 1° e 4° spaccato d’oro e di rosso, alla fascia d azzurro attraversante, accompagnata in capo da un’ aquila di nero, ed in punta da tre stelle di 6 raggi di argento: nel 2°e 3° d’azzurro a tre fasce d’oro gocciate inferiormente di sei pezzi dello stesso, tre gocce cadenti dalla 1a fascia, due dalla 2a ed una dalla 3a. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Papardo Visto: 526
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Principe del Parco. Ultimo possessore Bernardo (1806). Famiglia messinese del secolo XV. Arma: inquartato: nel 1° e 4° d’oro, a tre scaglioni più scuri dello stesso cuciti; nel 2° e 3° d’oro alla fascia d’azzurro; sopra il tutto d’oro, al collo di pozzo di rosso attorniato da due dragoni di verde, controrampanti e affrontati, con le code annodate e passate in decusse.
Papè Visto: 546
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Coi titoli di Principe di Valdina qual proveniente da Pietro Valdina (1642) Duca di Giampileri qual discendente da Ugo Papè (1675), Barone di Calatubbo qual proveniente da Gaetano de Ballis (1707), Barone di Vallelunga qual discendente da Giacinto Papè (1671), fu iscritto Salvatore, di Pietro, di Salvatore. Figli: Pietro , Marianna Monroy, Giuseppa in Alù, Maria e Maria Luisa. Fratelli: Francesco, Francesco Paolo e Giovan Luigi. Il titolo di Duca di Pratameno fu rinnovato neI 1925 al suddetto Francesco. Figli di lui: Pietro; Gabriele, Maria e Carlotta. Col titolo di Nobile dei Principi di Valdina fu iscritto, qual proveniente da Pietro Valdina ( 1642) Francesco , di Salvatore, dí Pietro. Famiglia che vuolsi originaria di Anversa e passata prima a Milano e poi in Palermo alla fine del secolo XVI. Dimora Palermo. Arma: d’ oro, alla fascia d’ argento cucita, caricata di tre croci di S. Andrea di rosso, sotto altra fascia di rosso, sormontata da un’aquila imperiale di nero, accostata da due gigli di rosso, ed una foglia (pampina) di verde posta in punta. – Alias: d’oro, a due fasce, la superiore, cucita d’argento, caricata di tre croci di S. Andrea di rosso; 1’inferiore, dí rosso, sormontata da un’aquila imperiale di nero, accostata da due gigli di rosso. In punta una foglia (pampina) di verde. (Ramo Pratameno). Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Parisi Visto: 537
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Títolo di Barone di S. Bartolomeo concesso a Giuseppe ( 1730)Col titolo di Nobile dei Baroni di S. Bartolomeo fu riconosciuto nel 1901 Filippo, di Vincenzo, di Nicolò, di Gaetano. Con lo stesso titolo fu riconoscíuto nel 1901 Vincenzo , di Nicolò, di Vincenzo, al quale fu concesso (1907 e 1914) il titolo di Conte di S. Bartolomeo (vedI Notarbartolo Costanza). Sorella di Vincenzo: Ninfa. Marchese d’Ogliastro. Ultimo investito Gaetano (1812). Barone di Burgio. Barone di Carcicera. Barone di Tumminii. Ultimo investito Francesco (1770). Famiglia che si crede originaria della Francia, venuta in Sicilia coi Normanni. Dimora Palermo. Arma: d’ azzurro alla gemella in banda accompagnata in capo da un giglio, sormontato da tre stelle di 6 raggi male ordinate, ed in punta da una cometa posta in banda, il tutto di oro. (Ramo S. Bartolomeo). Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Pasqualino Visto: 581
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Coi titoli di Marchese di Marineo Barone della Salina di Chiusagrande fu riconosciuta nel 1920, per successione Pilo, María, vedova Bacci. Vedi Pilo Bacci. Col titolo di Patrizio di Bari qual discendente da Francesco ascritto al registro delle piazze chiuse di Bari, fu iscritto Salvatore, dì Felice, di Francesco. Figli: Francesco, Anna, Rosalia, Casimira, Laura ed Ettore. Fratelli: Concetta, Anna, Giuseppe, Carolina ed Emilia. Famiglia originaria di Bari, ascritta a quel patriziato nel secolo XVI. Dimora Roma e Palermo. Arma: d’azzurro, alla banda d’argento accostata in capo da due civette affrontate, e accompagnata in basso da una torre merlata aperta del campo, posta in sbarra, il tutto d’argento. Motto: IN VOLUCRES PRUDENTIORES. – Alias: d’azzurro, alla banda d’oro sostenente due civette al naturale affrontate e beccanti. Elenco Nobiliare Siciliano.
Paternò (Asmundo Paternò) Visto: 549
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Il titolo di Marchese fu concesso nel 1911 ad Emanuele, di Giuseppe, Nobile dei Marchesi di Sessa Figli: Caterina in Rienzi, Giuseppe ed Eleonora. Figli di Giuseppe: Emanuele, Ludovico e Giuseppina. Dimora: Palermo e Roma. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Patti Visto: 556
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Col titolo di Barone di Piraino fu riconosciuto nel 1910 Giovanni, di Francesco, di Giuseppe. Nobile. Deliberazione della Commissione dei titoli di Nobiltà (1844 e 1849). Famiglia messinese, già fiorente sotto Federico II. Questo ramo però è proveniente da Alcamo, dove si ritrova sin dal secolo XVII. Dimora palermo. Arma: spaccato di rosso e d’ oro, con la sbarra d’ azzurro attraversante. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Pellizzeri Visto: 509
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Marchese di Monteblù. Concesso a Luigi (1814). Barone di Ponticello. Famiglia di Castroreale del secolo XVIII.
Perollo Visto: 521
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Barone di Cellaro. Ultimo investito Francesco (1807). Famiglia di Sciacca del secolo XIV, forse venuta in Sicilia coi normanni. Arma: d’azzurro, alla torre merlata d’oro, aperta e finestrata di nero.
Piaggia Visto: 518
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Col titolo di Nobile dei Baroni di Santa Marina fu riconosciuto nel 1904 Francesco Antonio , di Giuseppe, di Pietro. Figli: Giovanna , Giuseppe e Pietro. Fratello: Domenico. Famiglia originaria di Savona, venuta in Palermo nel secolo XVI. Dimora Palermo. Arma: fasciato d’oro e d’azzurro col capo di rosso caricato di tre bisanti d’oro. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Piccolo Visto: 526
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Col titolo di Barone di Calanovella fu riconosciuto nel 1899 Giuseppe , di Casimiro, di Giuseppe. Figli: Agata, Casimiro e Lucio. Marchese. Ultimo investito Agostino (1798). Famiglia del secolo XVII, originaria di Naso. Dimora Palermo. Arma: d’azzurro al guerriero armato d argento, 1’elmo chiuso, impugnante colla destra una spada alta in palo, tenente nel braccio sinistro lo scudo, il tutto dello stesso, posto sopra un terrazzo al naturale, sinistrato nel capo da una stella d’oro. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Pietrasanta Visto: 509
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Principe di S. Pietro. Ultimo investito francesco (1770). Famiglia che vuolsi originaria di Milano, venuta in Sicilia nel secolo XVII. Arma: d’azzurro a tre colonne d’argento ordinate in fascia, le due laterali sostenenti un arco dello stesso, quella di mezzo cimata da un’ostia sacra figurata al naturale, ed il capo d’oro, all’aquila spiegata di nero, membrata e coronata d’oro. – Alias: d’azzurro al tempio di quattro colonne d’oro, col capo dello stesso caricato dell’aquila spiegata di nero.
Pignatelli Visto: 566
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Furono iscritti o riconosciuti coi titoli di Principe del Sacro Romano Impero Nobile dei Duchi di Terranova e dei Principi di Noia Placidia, di Giuseppe, di Ettore in Pepe. Diego, di Vincenzo, di Diego, con la figlia Letteria e la sorella Augusta. Ettore , di Giuseppe, di Diego, con i fratelli Maria Luisa in Camerata Scovazzo, Mario, Maria Cecilia e Maria Giulia, e le figlie di Mario: Teresa, Lorenza e Adelaide. Diego, di Girolamo, di Giuseppe, con le figlie Bianca e Giulia, e la sorella Francesca in Marincola. Giovanni Armando, di Giovan Vincenzo, di Giovan Giuseppe, coi fratelli Giovan Giuseppe, Luigi, Carmela in Fernandez de Velasco, Maria Elvira, Giacomo, Rosaria, Carlo, Procopio, Ettore e Sostene, e i figli di Luigi: Ludovico e Cristina. Luigi , di Giuseppe Maria, di Gian Domenico, con la figlia Maria Carmela. Barone di Riesi. Ultimo investito Giovanni (1802). Questa famiglia che si ritrova in diverse città d’Italia principalmente nel Napolitano ed in Sicilia, si vuole di origine lombarda ed è fiorente sin dai primi anni del secolo XII. Dimora Napoli Oria Catania Spagna. Arma: d’ oro a tre pignatte di neró 2 e 1. Elenco Nobiliare Siciliano.
Pilato (Pilati) Visto: 568
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Barone di Rocca di Giglio. Lettere osservatoriali del 1774. Famiglia di Monte S. giuliano del secolo XV. Arma: d’argento, al capo manicato di nero sormontato da tre palle male ordinate dello stesso.
Pilo Visto: 561
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Marchese di Torretta. Ultimo possessore Francesco (1806). Famiglia genovese venuta in Sicilia nel secolo XVI.
Platamone Visto: 542
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II titolo di Marchese fu concesso nel 1897 ad Enrico, di Giuseppe. Figli: Giuseppe, Maria Giuseppa e Rosalia. Col titolo dì Barone di S. Marco (s. s.) mpr. qual discendente da Giovan Battista (1807), fu iscritto Nicolò Gaetano, di Giovan Battista di Gaetano. Principe di Larderia. Principe di Rosolini. Ultimo investito Michele (1803). Duca di Belmurgo. Ultimo investito Baldassare (1780). Conte di S. Antonino. Ultimo investito Michele (1803). Barone di Passaneto. Ultimo investito Baldassare (1787). Barone di Cipolla. Signore di Buscaglia. Signore di Roccapalumba. Signore di Recattivo. Barone d’Imposa. Signore di Rosolini, Timparussa, Galerno, Cunnuaudo, Risillini e Lalmidara. Signore di onze 51 annuali sopra i porti e i caricatori del regno. Ultimo investito Baldassare (1787). Signore dell’Ufficio di Detentore della Deputazione degli Stati. Ultimo investito Baldassare (1709). Famiglia di origine catanese, della quale le prime notizie risalgono al secolo XIV. Dimora Trapani e Catania. Arma: d’ oro al monte di nero di cinque vette, sormontato da tre conchiglie montanti ordinate in fascia, queste sormontate da un giglio, il tutto di rosso. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana
Polizzi Visto: 532
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Col titolo di Barone del Pizzuto fu riconosciuto nel 1893 Francesco Antonio, di Vincenzo di Antonio. Coltitolo di Marchese di Motta Camastra e di Barone di Treare qual discendente da Gaspare (1785), fu iscritto Luigi, di Gaspare, di Girolamo. Marchese di Sorrentino. Ultimo investito Francesco (1796). Famiglia del secolo XIV che ha fiorito in diverse città di Sicilia. Dimora Castrogiovanni e Randazzo. Arma: di verde al castello di tre torri sormontato da tre stelle (6) male ordinate, il tutto d’oro. – Alias: d’oro a tre pali di rosso ritirati verso la punta, sormontati nel capo da una stella dello stesso. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.
Proto Visto: 525
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Nobile. Deliberazione della Commissione dei titoli di nobiltà (1843). Marchese di Catena. Barone di Arbore. Ultimo possessore Francesco (1806). Credesi che sia famiglia originaria di Amalfi e si ritrova in Sicilia fin dal secolo XIV. Arma: d’azzurro, col capo di Proteo di carnagione, barbato e crinito di nero, uscente dal mare al naturale movente dalla punta. – Alias: di nero a tre fasce ondate d’argento, col capo d’oro caricato di una testa umana di carnagione, crinita e barbata di nero, movente dalla partizione.
Pucci Visto: 553
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Coi titoli di Barone di S. Giuliano e di Signore delle Terre della Chiesa fu riconosciuto nel 1899 Giuseppe Antonio, di Francesco, di Giuseppe. Figli: Francesco e Fabrizio. Col titolo di Barone di Benisichi qual discendente da Pietro (1726), fu iscritto Gandolfo, di Antonino, di Gandolfo. Oggi il titolare è il fratello Vincenzo. Altri fratelli: Antonino , Nicolò e Giulio . Figli di Nicolò: Giuseppe, Gandolfo, Antonino (coi figli Egidio, Eugenio e Renata), Maria Stella in Carapezza, Rosina in Figlia, Carlotta in Carapezza, Teresa in Rossi e Clotilde in Rossi. Figli di Giulio : Vincenzo (coi figli Giulio e Teresa), Gandolfo (colle figlie Eugenia, Teresa ed Aurea), Antonio, Giulia, Eugenia, Maria in Di Marco, Giuseppa in Pucci e Maria Stella in Ditta. Figli di Antonio, di Nicolò: Nicolò, Riccardo, Maria Bice e Pietro (col figlio Antonino). Figli di Gandolfo, di Nicolò: Alvise e Matilde in Gagliardo di Carpinello. Figli di Giuseppe, di Nicolò: Nicolò e Maria in Figlia di Granara. Figlio di Antonio, di Giulio: Giulio. Originaria come si crede di Firenze e diramata in varie città di Sicilia, questa famiglia si ritrova in Caltagirone sin dai primi del secolo XVI. Dimora : Catania Petralia Sottana Palermo. Arma: partito: al 1° d’oro alla testa di moro al naturale; al 2° di rosso al pozzo movente dalla partizione sormontato da una stella (8), sinistrato da un leone coronato che vi attinge, il tutto d’ oro. Elenco Nobiliare Siciliano.
 
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