Una delle più illustri e nobili famiglie italiane, che Cesare Salvettì scrittore bolognese fa derivare da
Arvoldo VI rè d’Inghilterra 994.
Fu portata
in Sicilia, al dir del Mugnos, da un Cuismigerio dei Pepoli nobile bolognese, segretario di rè Manfredi, da cui venne eletto castellano di Trapani con privilegio dato in Capua 7 luglio 1257. Sono poi da commendarsi: un Sigerio castellano di Trapani 1297,
ed uno de’ favoriti cavalieri della corte di rè
Federico II; un 2° Cuismigerio figlio del
precedente, eletto da rè Pietro II castellano
di Sciacca, quale impiego poscia perdette
per ribellione. Possedè questa famiglia le
baronie di Fiumegrande, Culcasi, Fontana-salsa, Michilcarari, Rabici, Salina di s.
Todaro e Sanagia. Vanta in oltre varii cavalieri gerosolimitani, tra cui al dir del Minutolo fra’ Francesco 1574, fra’ Filippo 1631, fra’ Camillo 1636, fra’ Taddeo 1661, fra’ Mario nella guerra di Candia 1662 e fra’ Giuseppe 1684. Viene oggi rappresentata da
Pietro Pepoli e Palizzolo barone di Rabici
capitano di fanteria nell’esercito italiano.
Arma: scaccheggiato, d’argento e di nero di sei file. Corona di barone, cimata da una scimia coronata d’oro, posta di fronte, tenente colle zampe e con la bocca una spada d’argento manicata d’oro, posta in fascia.
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