Antica nobilissima famiglia francese originata da un Guntrano gran duca d’Agen e di Perignon, che sul monte Peraul fabbricò, una torre in memoria di sue conquiste; di là il cognome.
Savasta appoggiandosi al Mugnos e ad altri scrittori, ne parla
amplissimamente siccome la principale nel
gran caso di Sciacca in antagonismo con
quella de’ Luna: v. Luna. Un Giliberto
Perollo venuto in Italia, dopo scacciati i
Saraceni nel 1071, credè passare in Sicilia
per lo stesso motivo d’acquistar gloria contro i medesimi; perlocchè gli vennero da rè
Ruggiero suo zio confirmate talune terre, che
possedeva. Indi mortagli la moglie sposo
Giulietta vedova Zamparrone, figlia del rè,
in Sciacca celebrandosi le nozze; e fu allora
che ebbe di tal città e del territorio l’assoluto dominio, 1100. I di lui posteri continuarono nel possesso, quando Guglielmo il
malo volle mutarglieli in altri feudi. Un
Guglielmo, figlio della prima moglie di
Giliberto, pei suoi grandi meriti la signoria
di Veria, la carica di maestro giustiziere del
regno 1144-51 ottenne, non che quella di
straticoto di Messina 1154. Giorgio, Matteo, Ludovico, figli di Giulietta pinguissima eredità si ebbero; e quest’ultimo fu altresì
generalissimo delle armi di detto rè
Ruggero. A parte il filo genealogico venne
un Matteo signore di Ciminna, poi un Giovanni barone di Castellammare del Golfo,
di Salina, Culla, Pandolfinà, s. Bartolomeo
ecc. maestro giustiziere, consigliere di stato
e di guerra, e fu che vedendo la figlia di
Nicolo Peralta sposata ad un Artale di Luna
d’ordine di rè Martino, mentre eragli stata
promessa, die luogo al primo e secondo caso
di Sciacca. Infine per avere egli soccorso la
regina Bianca, assediata dal Caprera, con
500 cavalli mantenuti a sue spese, n’ebbe
tra gli altri il privilegio di sepellirsi con bandiera ed armi bianche, come dal Surita.
Un
Delfino fu uno de’ baroni di Sciacca; un Matteo intanto secondogenito del Giovanni,
da lui nominato erede della signoria del castello della Sala, della baronia di Calamonaci
e del Ponte, costituì un ramo, che molto si distese in Sciacca, illustrato da Girolamo,
barone del Ponte ed uno de’ soggetti più
importanti nel detto caso di Sciacca. Un
Gaspare terzogenito del detto Giovanni, barone del Cassaro e di Bonfiglio ci presenta
anche lui una serie d’illustri personaggi;
come un Federico capitano giustiziere; un
Giambattista fondatore del collegio gesuitico
di Sciacca; un Giacomo regio consigliere;
un Domenico barone di Licodia; altro
Domenico presidente sotto Ferdinando il
Cattolico; altro Giacomo regio ortolano di
detta città e barone di Pandolfina, la di cui
linea si estinse nella nobilissima famiglia
Monroy, pel matrimonio di Francesca Perollo,
con Ferdinando Monroy marchese di
Garsigliano. In fine meritano speciale menzione: un Giovanni vescovo di Conturbie in
Francia; un Dionisio vescovo di Raims; un
Guglielmo abate cisterciense; un Domenico
ed un Cosimo cavalieri gerosolimitani, ed
un Accursio cav. di s. Spirito in Firenze.
Arma: d’azzurro, con una torre merlata, d’oro
aperta e finestrata di nero. Corona di barone.
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